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domenica 21 dicembre 2008

Gli auguri rubati

Pubblico un post piuttosto inusuale rispetto agli altri precedentemente insieriti all'interno di questo blog. Leggendo il quotidiano "CRONACA" del giorno 17/12/2008, noto, sulla prima pagina del giornale locale, una foto del politico piacentino Andrea Pollastri che, dai portici di Palazzo Gotico, con una frase augurale dal tipico sapore natalizio, saluta tutta la cittadinanza.
Che dire, nulla di originale ne tantomeno scandaloso. Però, nonostante tutto, qualcosa non mi torna; quella foto mi suscita la classica sensazione di deja vous. Infatti, controllandola meglio e confrontandola con un mio vecchio scatto, ho scoperto che lo sfondo su cui si posava l'immagine del politico era in effetti una mia fotografica pubblicata mesi fa sul noto sito flickr.com.
Se da un lato sono compiaciuto che abbiano utilizzato un mio scatto, dall'altro sono abbastanza irritato, perchè nessuno ha chiesto il permesso al sottoscritto per lo sfruttamento ed il fotoritocco dell'immagine originale che, fra l'altro, era di pessima fattura!
Questo post, anche se privo di alcun interesse culturale, rappresenta per il sottoscritto, l'unico strumento con cui rivalermi per la sottrazione non autorizzata di una mia opera fotografica.
Colgo l'occasione per fare gli auguri al Dott. Pollastri ma, soprattutto, a tutti i piacentini!




domenica 14 dicembre 2008

Porta Borghetto - un recupero bizzarro

Fra gli argomenti che in futuro mi impegnerò a trattare, vi saranno sempre i temi legati alla riqualificazione della Piacenza attuale ma, d'ora in avanti, sarà fondamentale anche valutare come nell'ultimo secolo la città ha subito vere e proprie trasformazioni che a volta hanno comportato in veri e propri rioni storici rasi al suolo per far spazio ad edifici moderni ad uso abitativo o di rappresentanza, come nel caso di Palazzo INA, costruito in Piazza Cavalli in pieno regime fascista.
Un intervento piuttosto controverso, risale al 2000, quando, al fine di valorizzare e restaurare Bastione Borghetto, venne stanziata dallo stato un ingente somma proveniente dai fondi derivati dal gioco del lotto. Il progetto, affidato all'architetto Dezzi Bardeschi, era quello di valorizzare e recuperare spazi che facessero "vivere" questo suggestivo luogo cittadino. Il risultato finale fu quantomeno spiazzante ed è, a mio parere, impietosamente "sotto gli occhi" di chiunque passi per Via XXI Aprile.
Ovviamente, la costruzione di questo complesso ex-novo sopra un bastione rinascimentale, creò non poche polemiche e "terremoti" politici all'interno di Palazzo Mercanti.
Se però devo fare una riflessione, un aspetto che mi sconvolge, oltre ovviamente alla deturpazione di Bastione Borghetto, è che, dopo quasi dieci anni, l'opera di Dezzi Bardeschi non è mai entrata in funzione e giace inutilmente ed inspiegabilmente, a fianco della Porta più bella di Piacenza.
A voi il giudizio...

questa la pagina con il progetto e le relative foto del lavoro ultimato...

foto tratta da: www.quotidiano.liberta.it

lunedì 1 dicembre 2008

Torniamo a parlare di muri...

Sabato 29/11/08, durante la presentazione di una nuova performance artistica in Piazzetta della Ferma ad opera dell'artista piacentino William Xerra, il sindaco di Piacenza, Roberto Reggi, ha colto l'occasione per tornare su un argomento molto caro al sottoscritto ed a tutti gli amanti del nostro patrimonio culturale: l'abbattimento del muro del vecchio carcere. Un tema, questo del muro, per anni abbandonato dal mondo politico piacentino, da quando, negli anni novanta, venne vincolato dalla soprintendenza come bene di valenza storico artistico. Con mio grande stupore, il sindaco Reggi, ha ridato speranza a chi, come il sottostritto, da anni blatera inutilmente nella speranza che in questa città qualcosa si muova e, l'ipotetico (anche se insperato) abbattimento della cinta sarebbe davvero una rivoluzione urbanistica di un centro che da secoli è intrappolato in troppe mura.
Che dire, apettiamo i nuovi sviluppi...

mercoledì 26 novembre 2008

La collezione Rizzi - Vaccari

Ieri, 24/11/2008, all'interno della sala consiliare del Comune di Piacenza, si è ufficializzata un'importante donazione per la nostra comunità. Infatti, Augusto e Mariapina Rizzi, al fine di onorare la memoria dei propri genitori, hanno deciso di donare alla città di Piacenza la collezione artistica che i loro cari hanno raccolto con grande passione e competenza. Il tesoro, composto da 17 dipinti e tre sculture, tutte risalenti fra il 300 ed il 400, troveranno sede all'interno della Pinacoteca comunale, andando a colmare un gap che vedeva quasi la totale assenza di opere ascrivibili a questo contesto storico all'interno della quadreria farnesiana.
Personalmente, accolgo con grande ammirazione nei confronti della famiglia Rizzi che, come fece Ricci Oddi nel secolo scorso, hanno compiuto un gesto d'amore verso la propria città, arricchendola culturalmente e dando la possibilità a chiunque di fruire di quelle mirabili opere raccolte con passione e dedizione nell'arco di una vita dai propri cari.
La collezione Rizzi-Vaccari è composta prevalentemente da opere di pittori toscani, come: Jacopo del Casentino, Andrea di Cione detto l'Orcagna, Rossello di Jacopo Franchi e Dello Delli, Bernardino Fungai, Simone dei Crocifissi.

domenica 9 novembre 2008

Piacere Piacenza

"Piacere Piacenza". Slogan vecchio ma efficace che, da diversi anni, attraverso opuscoli informativi e vhs viene utilizzato per diffondere il nome della nostra città. Ora, anche se il motto è sempre lo stesso, è stata introdotta una nuova strategia comunicativa sicuramente maggiormente competitiva ed al passo coi tempi. Infatti, il 6/11/08 all'auditorium Sant'Ilario, è stato presentata l'anteprima di un DVD turistico in lingua inglese ed italiana atto ad essere un vero e proprio biglietto da visita per la nostra realtà territoriale. L'opera, della durata di circa quindici minuti, è stata realizzata dal videomaker piacentino Roberto Dassoni, mentre i testi sono dell'architetto Federica Corso. Le immagini sono suggestive e mostrano una Piacenza affascinante, una città ricca di cultura e di bellezze; risorse che dobbiamo assolutamente imparare a sfruttare maggiormente. Strumenti come questo DVD possono essere importanti mezzi di comunicazione per diffondere il nome di Piacenza al di fuori dei nostri confini.

martedì 4 novembre 2008

PALAZZO FARNESE - ritorno al passato

Il Palazzo Farnese, costruito per volontà Ottavio Farnese che, dopo la morte del padre Pierluigi, ucciso in seguito alla famosa congiura ordita da alcuni rappresentanti appartenenti alla nobiltà piacentina (PLAC), delle famiglia Pallavicino, Landi, Anguissola e Confalonieri, volle perseguire il sogno del padre che era quello di erigere una vera e propria reggia.
L'imponente progetto, ascrivibile fra il 1560/1564, fu affidato al Caramosino ed in seguito al celebre architetto Jacopo Barozzi, meglio conosciuto come il Vignola. Il cantiere si interruppe nel 1602, giungendo solo ad un terzo del suo completamento, a causa dello spostamento della capitale ducale da Piacenza a Parma. Nonostante tutto a Palazzo Farnese fra il seicento ed il settecento furono apportate delle migliorie attraverso affreschi e stucchi che hanno contribuito ad impreziosirne i suoi enormi spazi. Fu in seguito che l'edificio conobbe una parabola discendente che lo vide diventare caserme austriaca nel 1822 e rifugio per i senzatetto in seguito al secondo conflitto mondiale. E' del 1965 la costituzione dell'Ente Farnese, l'istituzione a cui va il maggior merito della rinascita della reggia Farnesiana che, in oltre quarant'anni dalla sua creazione, ha
riportato il palazzo ai fasti del passato regalando ai piacentini uno scrigno d'arte unico per la nostra storia.
In concomitanza con la presentazione della nuova illuminazione della pinacoteca farnesiana, il Sen Spigaroli, presidente dell'Ente Farnese, ha dato la notizia di un ulteriore intervento strutturale volto a riportare il palazzo nella sua massima autenticità. Infatti, proprio a questo scopo, si andrà ad eliminare i tamponamenti attuati nelle nicchie del loggiato nei primissimi anni settanta del secolo scorso, creando così un alleggerimento della partitura muraria.
Ritengo che l'Ente Farnese rappresenti al meglio come la volontà e l'amore per la propria cultura possa salvare e valorizzare al meglio i tesori di cui tutta l'Italia è stracolma ma che, ahinoi, tante volte vengono lasciati nel degrado più totale.

Progetto originale del Vignola (tratto da wikipedia)


venerdì 31 ottobre 2008

La "Maledizione" del Carmine

Ammetto che stavolta non so come iniziare. Sono sbigottito, sono arreso di fronte ad una realtà così autolesionista, ottusa (non andrò oltre) come quella piacentina.
Da secoli viviamo "all'ombra" di altre realtà a noi limitrofe, un po' per obbligo e molto per scelta.
Tante volte mi sono illuso che a Piacenza la mentalità potesse cambiare, che anche noi piacentini iniziassimo a remare tutti verso un'unica direzione che dovrebbe portare ad un giovamento comune. Invece, con triste rassegnazione, devo constatare un costante ed assiduo impegno nel far si che la "macchina" Piacenza resti una desolante utilitaria. Passano le amministrazioni comunali e provinciali, si alternano giunte di destra e di sinistra, ci si "incarta" per mesi e a volte per anni su tutto, dalle questioni futili a quelle determinanti per lo sviluppo del nostro territorio.
Le tante promesse, i progetti per una nuova città che fosse più attraente e moderna stanno cadendo progressivamente. Qui, sia ben chiaro, non ne faccio una colpa all'attuale giunta comunale ma distribuisco le responsabilità da una parte dall'altra fino ad arrivare anche all'amministrazione provinciale che benissimo si è adattata alla politica masochista attuata da sempre in città.
Le questioni che mi fanno rabbia sono tante: dalle tanto acclamate aree Militari e chi segue la vita cittadina sa a cosa mi riferisco, ed a tutti quei progetti di rilancio culturale che sono stati fatti e non eseguiti o, ancor peggio, di quelli che per anni hanno aspettato di essere eseguiti, che sono stati iniziati e che poi, per un puro dissapore politico anche se paradossalmente fra due giunte del medesimo colore, sono stati interrotti a causa del blocco dei fondi destinati a tali progetti.
La Chiesa del Carmine è la "vittima" di queste piccole lotte, di queste ripicche che non portano a nulla se non ad un rallentamento ulteriore della nostra realtà culturale.
Infatti, a bloccare quest'intervento di recupero urbano sembra che siano le tensioni e la poca sintonia che vige fra la giunta comunale e quella provinciale che ha improvvisamente bloccato i fondi europei destinati al restauro della chiesa cittadina, interventi fra l'altro già da tempo iniziati.
La Provincia difende le sue scelte dicendo di aver optato per altri progetti riqualificativi più determinanti allo sviluppo turistico (Veleia Romana e l'area del Trebbia). La questione però non è quale fosse l'aspetto più importante su cui puntare gli investimenti. La chiesa del Carmine è in uno stato degradante da diversi decenni, la facciata è completamente sfaldata e la struttura stessa è pericolante. La si stava recuperando, offrendo a Piacenza un'opportunità per rimpossessarsi di un bene dal grande valore storico ed artistico e di riqualificare una zona bellissima del centro. Ora è tutto fermo, non so chi di questa situazione ne beneficerà; fatico davvero a darmi una risposta.

domenica 12 ottobre 2008

Il Po, la vecchia "Rimini" dei piacentini.

Piacenza ed il Po, un connubio naturale che storicamente contraddistingue la vita sociale cittadina. Un rapporto, quello fra i piacentini ed il grande fiume che, inesorabilmente, negli ultimi decenni si sta purtroppo perdendo. Le cause di questo distacco sono molteplici e, l'impossibilità alla balneazione a causa dell'inquinamento è sicuramente una delle principali.
La "battaglia" per la riqualificazione ed il risanamento del Po è fatta da tutte le province rivierasche che, nel grande fiume, vedono un'immensa risorsa ambientale, sociale, turistica e quindi anche economica. Le potenzialità che il po può offrire sono enormi, specialmente se pensiamo ad un evento come l'Expo 2015 dove la navigabilità turistica del fiume può essere uno straordinario strumento divulgativo per bellezze della nostra e delle province a noi limitrofe.
Se non avessi visto foto o filmati dell'epoca, stenterei a credere a come erano stipate di persone le spiagge di Isolotto Maggi e di altre zone rivierasche che, fino a pochi decenni fa, rappresentavano per i piacentini una sorta di "Rimini" per chi, per ovvie ragioni economiche, la località romagnola se la potevano solamente sognare. Vedere quelle immagini è senza dubbio affascinante e fa capire più di ogni parola, di quanto sia profondo il legame fra il fiume e la nostra gente, specialmente quella più anziana.
Successivamente vorrei parlare più dettagliatamente di alcuni progetti che riguarderanno la nostra città. Idee che, se sviluppate intelligentemente, potrebbero dare un vero slancio al nostro sviluppo economico e turistico. Primo fra tutti quello riguardante la Baia di San Sisto.

Una bellissima foto tratta dall'album di tillo980

lunedì 6 ottobre 2008

La collezione Terruzzi ed una bellissima utopia

La collezione Terruzzi, un immenso giacimento artistico composto da oltre cinquemila pezzi di inestimabile valore. Questo tesoro lo si deve al magnate Guido Angelo Terruzzi che, nel corso di oltre cinquant'anni di instancabile passione per l'arte, ha raccolto veri e propri cicli pittorici come quello di Gianbattista Tiepolo che decorava Palazzo Sandi a Venezia.
La collezione Terruzzi si fregia di veri e propri capolavori del Tintoretto, del Veronese, del Guardi, di Sebastiano Ricci, del Canaletto. Non mancano nemmeno i maestri mondiali dell'arte del novecento come: Fontana e, ancora, opere di Sironi, Brauner, Kandinskji, Max Ernst e molti altri.
Insomma, la maggiorparte di voi ora si chiederà: e tutto questo cosa c'entra con Piacenza? effettivamente il nesso fra la nostra città e questa prestigiosa collezione non è affatto immediato; eppure, Piacenza è fra le città che hanno proposto la propria candidatura ad ospitare come sede definitiva questo ambito "scrigno" d'arte. Le possibilità che Piacenza riesca a vincere la concorrenza con altre sedi ben più rinomate (Roma, Venezia, Milano e Bologna) è più che remota ma, comunque, trovo positivo che almeno si tenti un passo che, anche se invano, fa parlare di Piacenza al di fuori dei nostri confini provinciali.

dal sito di Republica

domenica 28 settembre 2008

Piacenza nascosta - il monastero di Sant'Agostino

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, si è avuta la possibilità di visitare un importantissimo complesso solitamente chiuso al pubblico, l'ex monastero di Sant'Agostino. L'enorme edificio monastico, contiguo all'omonima chiesa situata sullo stradone Farnese (di cui abbiamo parlato in questo precedente post), è risalente al 1550 ed ha subito nel corso dei secoli grosse defraudazioni (per opera delle truppe napoleoniche) e sconvolgimenti strutturali dovuti al cambio di destinazione da monastero a caserma militare (caserma Cantore).
Dalla soppressione della caserma l'ex monastero è in totale disuso e, solo recentemente, sono iniziati i lavori di restauro di una parte dello stesso, destinato a diventare la nuova sede dell'Archivio di stato di Piacenza che, progressivamente, verrà completamente trasferito da Palazzo Farnese all'ex monastero. Il lavoro da svolgere sarà lunghissimo ma questa partenza fa ben sperare, specialmente per l'entità della struttura che verrà riconsegnata alla cittadinanza.
Da segnalare un'altra splendida occasione culturale, data dalla straordinaria apertura della chiesa di Sant'Agostino per due settimane (25/09/08 - 25/10/08) in occasione della mostra di design l'Arte di arredare che offre la possibilità di visitare l'edificio religioso più imponente della città, ma come già detto, solitamente chiuso al pubblico.
Opportunità come quella odierna ci regalano, anche se per un lasso di tempo brevissimo, la possibilità di "riappropriarci" di quei tantissimi tesori di cui disponiamo ma che ancora ci vengono negati. Ne approfitto per ringraziare gli studenti del "Liceo Gioia" che, con ottima preparazione ci hanno guidato all'interno del plesso rinascimentale.

la chiesa di Sant'Agostino


l'ex monastero di Sant'Agostino















domenica 21 settembre 2008

Piazza Sant'Antonino: la "guerra" dell'acciottolato

Si avvicina il momento della sospirata "riqualificazione" della storica Piazza Sant'Antonino. I lavori, che dovrebbero iniziare nella prossima primavera, stanno creando non poche polemiche e discussioni sulle modalità degli interventi che verranno apportati sull'importante piazza cittadina.
Dopo il criticato concorso di idee indetto nel 2006 dal comune, da cui scaturirono progetti quantomeno opinabili ed un po' troppo avveniristici per una piazza millenaria come quella intitolata al patrono di Piacenza. Accantonati questi progetti, l'amministrazione, sotto l'assessorato alla riqualificazione urbana guidato da Sabrina Freda, ha optato per una soluzione che più si confacesse alla storia piacentina, che permettesse quindi, di mantenere il più possibile l'integrità dell'area intervenendo solamente sulla ripavimentazione della piazza e su una nuova illuminazione artistica.
Scelta, questa, che ritengo di buon senso ma, proprio su questo punto nascono ulteriori dibattiti su quale sia il materiale più idoneo da adottare per il selciato della piazza.
Se la Freda è orientata sull'utilizzo di lastre regolari (beole e granito montorfano), dall'altra parte FAI ed Italia Nostra, chiedono a gran voce che si rispetti la storia della nostra città e che si ritorni ad avere la vera pavimentazione (i sass) che rivestiva l'intero centro storico, ma che ora è in gran parte coperto dall'asfalto.
Quindi, se la Freda intende utilizzare un materiale che possa garantire a tutti (portatori di handicap, gente in bicicletta e donne col tacco) un agevole accesso alla piazza, FAI ed Italia Nostra rivendicano invece un rispetto per il nostro passato che, alle preoccupazione della Freda, rispondono che per i pedoni o i ciclisti vi sono i marciapiedi ed i trottatoi e, in effetti, quasi tutte le piazze più belle come quelle di Parma e Pavia hanno mantenuto i ciottoli, eppure, non credo che portatori di handicap o donne col tacco evitino di accedere in queste piazze. A livello estetico non avrei dubbi nello schierarmi sulla proposta del ritorno allo storico selciato, anche se, in questo caso, non mi sento di condannare totalmente la scelta della Freda date le sue spiegazioni. Certo è, che la riqualifica della piazza è uno di quei tasselli fondamentali per l'immagine di Piacenza. Quindi, qualsiasi siano le scelte sui materiali da adottare spero che queste possano essere ben ponderate e che vadano a valorizzare questo bellissimo luogo che merita le soluzioni migliori atte a renderlo uno delle vere attrazioni turistiche della città.

immagine storica della piazza (tratta da cronaca)


una delle proposte nate dal "concorso di idee"

vecchie prove personali di pavimentazione con i classici sanpietrini



domenica 14 settembre 2008

Ricci Oddi Vs Philipps

Dal 15/09/2008 fino al 18/01/ 2008, si terrà a Perugia, all'interno di Palazzo Baldeschi al corso, un'interessante ed insolita mostra curata da Vittorio Sgarbi, la quale, si propone di mettere a confronto due collezioni artistiche, quella della Ricci Oddi di Piacenza e la Phillips Collection di Washington.
L'esposizione Perugina, dal titolo, “Da Corot a Picasso” e “Da Fattori a de Pisis”, presenta numerosi motivi di interesse: Il primo è sicuramente dato dalla presenza di veri e propri capolavori accuratamente selezionati dalle ricchissime collezioni in questione. Il secondo, è il confronto delle due raccolte, quella americana e quella piacentina. Collezioni artistiche differenti fra loro per i pittori da cui esse sono formate, ma con analogie riguardanti la loro creazione. Entrambe, infatti, devono la loro nascita dalla lungimiranza dei loro mecenati, Giuseppe Ricci Oddi e di Duncan e Elisa Phillips.
Se la collezione piacentina, attraverso la selezione Sgarbi e da Stefano Fugazza (Direttore della Ricci-Oddi), presenta opere di pittori italiani a cavallo fra l'ottocento ed il primo novecento come ad esempio: Fattori, De Pisis, Bocchi, Boccioni, Carra, Campigli e Casorati. Dall'altra, la raccolta statunitense propone dipinti di: Corot, Courbet, Manet, Monet, Bonnard, Van Gogh, Cezanne, Modigliani, Kandinsky, Braque, Picasso.
Questa mostra può essere sicuramente un'ottima opportunità di visibilità per la nostra galleria. Una delle raccolte artistiche più importanti per quanto riguarda la pittura relativa all'arte moderna italiana ma che, ormai da tempo immemore, "vive" nel più totale anonimato risultando sconosciuta anche a molti piacentini. La speranza è quindi quella di una sua vera valorizzazione che le permetta di diventare un motore di traino per il turismo locale.

Bocchi Amedeo - 1919 - ( La Colazione del Mattino)
foto tratta da: www.riccioddi.it

lunedì 8 settembre 2008

Una nuova vita per la Chiesa degli appestati

Situata a ridosso della foce del Trebbia, l'area del Camposanto Vecchio, meglio conosciuta come chiesa degli appestati, è uno dei luoghi più suggestivi della città specialmente per quell'aurea di mistero esoterico che l'ha sempre contraddistinta. Infatti, questo edificio, fu iniziato nel 1735 e, al suo interno, trovarono collocazione le ossa degli appestati del 1630; epidemia che, in quell'anno, decimò per un terzo la popolazione cittadina attestandosi come la più grande tragedia che la comunità piacentina abbia subito. Negli ultimi decenni del secolo scorso, la chiesetta assistette a vere e proprie profanazioni ad opera di sette sataniche che, a causa del suo macabro contenuto, praticarono in essa una miriade di messe nere arrivando addirittura alla violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza pavese. I segni lasciati dai satanisti furono evidenti, dalle teste mozzate alle statue, ai simboli incisi sulle colonne ed al tabernacolo di marmo spaccato in due, con il solo intento di compiere uno spregio alla cristianità del luogo.
La chiesa, nonostante la sua triste funzione, presenta interessanti soluzioni architettoniche; la facciata è preceduta da un elegante portico e, ai lati, sono presenti due scalinate che conducono alla cripta dove furono raccolte tutte le ossa degli appestati.
Da qualche anno, grazie all'instancabile volontà di Don Pietro Cesena e dal supporto dell'ordine dei cavalieri templari, la chiesetta sta vivendo una nuova fase, fatta stavolta di vita. Divenendo, una volta terminati restauri del tempio e dell'annesso fienile, un centro di solidarietà atto ad accogliere le ragazze madri in difficoltà, le stesse che già da tempo il parroco di Borgotrebbia sta aiutando.

Camposanto Vecchio

Foto proprietà di: www.libertà.it

lunedì 1 settembre 2008

Piazza Duomo - un tesoro sepolto

E' del 24/08/08 il servizio pubblicato da "LIBERTA'" riguardante un vero e proprio tesoro situato in piazza Duomo, più precisamente a 2 metri e 40 cm di profondità, posizionato dove è stata eretta a metà del 1800 il monumento dedicato all'immacolata. Il tesoro in questione è rappresentato da un importantissimo reperto archeologico, un mosaico delle dimensioni di 10 metri x 7 appartenuto ad una domus romana. Già nel 1871 si conosceva l'esistenza di questo straordinario reperto, eppure, non meravigliatevi, tutto è rimasto nascosto. Come giustamente sottolineano sia la Berzolla (la studiosa che vorrebbe che gli scavi riportino alla luce il mosaico), sia la Soffiantini (l'autrice dell'articolo di Libertà) è paradossale la situazione di Piacenza. Una realtà ricchissima di storia e di arte ma che, nonostante tutto, sembra non volersi mostrare all'esterno. Solo tre anni fa è stata rifatta la pavimentazione della piazza, si è discusso sul mantenimento delle aiuole, delle piante e delle panchine, qualcuno richiedeva la rimozione del monumento mariano per poter far riemergere questa importante testimonianza del passato. Operazione che Si poteva e, secondo il mio modestissimo parere si doveva fare. Fortunatamente siamo ancora in tempo, ma il problema è un altro: ci sarà da parte di chi ci amministra la volontà di attuare una scelta così rivoluzionaria? e se questa ci fosse, si riusciranno ad evitare le inutili polemiche (tipiche piacentine) e convergere verso un unico obiettivo che dovrebbe essere il definitivo rilancio estetico e culturale di Piacenza?

foto tratta da:
Piacenza: "Forma e urbanistica"
Di Maria Luigia Pagliani


lunedì 25 agosto 2008

L'AREA DEL VECCHIO CARCERE - il sogno disegnato

Ringraziando pubblicamente Gregory, pubblico il suo bellissimo rendering su come potrebbe essere tutta l'area del vecchio carcere, privata dell'opprimente cinta muraria, lastricando la piazza e le strade con una pavimentazione in pietra e, creando nell'area che si affaccia verso la Chiesa delle Benedettine, un'area verde attraverso delle aiuole sapientemente disegnate.
Lascio a voi il giudizio in merito a questa soluzione, personalmente la trovo ottima ma, ahimè, temo che rimarrà solamente utopia. L'area in questione è ricca di fascino, una rivisitazione che non sia solo virtuale dovrebbe essere un impegno sia per la giunta quanto per la soprintendenza che assurdamente impedisce l'abbattimento della cinta che, da un secolo, priva i piacentini di questo stupendo isolato cittadino.

Progetto di recupero dell'area del vecchio carcere - (Opera di Gregory)


venerdì 22 agosto 2008

PALAZZO MADAMA - una storia vecchia...

Torno a parlare di Palazzo Madama, la splendida dimora seicentesca voluta da Margherita de Medici. Ad ispirarmi questo post è l'acquisto di una vecchia pubblicazione degli anni sessanta ad opera dello studioso Armando Siboni. In questo libricino trovo temi purtroppo attualissimi, quali le deturpazioni a cui è soggetto il centro storico e l'inamovibilità decisionale che da decenni contraddistingue ed attanaglia la mentalità piacentina. Siboni esalta la ricchezza artistica di Piacenza ma, al contempo, ne denuncia la staticità e quel senso di masochismo che troppo spesso non ci ha permesso di cogliere e sfruttare le opportunità di sviluppo che nel corso della storia ci sono ciclicamente capitate. Il tema centrale trattato da Siboni è appunto Palazzo Madama, uno dei più belli quanto sconosciuti tesori di Piacenza. Una splendida costruzione nascosta da un secolo da un'ignobile cinta muraria e deturpata dai bracci carcerari costruiti a ridosso del palazzo. A farmi riflettere sono le tematiche che già negli anni sessanta venivano trattate, come, ad esempio, la riqualificazione ed il recupero di aree cittadine, le stesse che ancora versano nelle medesime condizioni di degrado di alcuni decenni fa.
Nei progetti di riqualificazione che furono studiati vi era l'abbattimento della cinta muraria (ora protetta dalla soprintendenza) e la creazione di due piazze: una sul fronte del Palazzo madama, con adiacenti le chiese di San Lorenzo ed Eustachio e di fonte il palazzo quattrocentesco dei Landi, arricchita dall'antica pavimentazione in pietra. Mentre, la seconda piazza, era quella creata dal retro del palazzo in cui si sarebbe ricavata un'area verde e che avrebbe avuto come scenario la chiesa delle Benedetttine.
Nel 2015 ci sarà Expo 2015, fra qualche anno verranno (forse) restituite alla città le aree militari.
Il tempo non manca, ma non è nemmeno tanto. Piacenza deve assolutamente "svegliarsi" ed acquisire davvero una mentalità differente, meno provinciale e meno tesa alla "cura del proprio orticello" ma indirizzata alla crescita economica, sociale ed urbanistica della nostra realtà territoriale.

foto tratte da: "Il Palazzo Madama di Piacenza"
 
 




lunedì 4 agosto 2008

Salviamo "Quartiere Roma"

Oggi pomeriggio 4/08/08 ai "giardini Merluzzo" è stata presentata l'agenzia di sviluppo del quartiere Roma, entità atta alla riqualificazione abitativa, sociale e commerciale di Via Roma e delle vie ad essa limitrofe. Un recupero dell'identità di quest'area cittadina attraverso la nascita di nuovi esercizi commerciali che ne arricchiscano l'offerta presente attualmente.
Sono previsti forti interventi alle abitazioni popolari e progetti atti atti ad incentivare nuove attività commerciali che possano ridare lustro ad un quartiere che ha enormi potenzialità di ripresa e di sviluppo grazie, oltre alle mirabili opere d'arte che si trovano al suo interno, alle eccellenze che in questa zona sono ubicate come Il Politecnico e l'Urban Center.

Questo il sito della nuova Agenzia di sviluppo del Quartiere Roma
http://www.quartiereromapiacenza.it/


domenica 27 luglio 2008

Tempo di vacanze...

Apro questo post per augurarvi una buona estate e delle buone vacanze, specialmente per chi avrà la fortuna, o forse l'ha già avuta, di trascorrere qualche giorno al mare, in montagna o dove meglio crediate.
Ultimamente gli aggiornamenti sono più sporadici, mi riprometto però di riprendere a Settembre con una periodicità almeno settimanale..
Vi invito intanto ad una collaborazione e ad una partecipazione più attiva al blog, sia a livello di idee che per quanto concerne la promozione e lo sviluppo del nostro territorio in tutti i suoi aspetti.
Per quanto riguarda la città, riesco ad essere abbastanza fornito sulla sua storia, sulle foto e sulla situazione attuale della medesima. Sono invece più carente sull'aspetto faunistico, fotografico e storico della provincia. Per chi volesse inviarmi: foto, articoli personali, curiosità, di tutto quello che rappresentano l'eccellenze di Piacenza e Provincia, in termini di: Arte, Storia, Natura, Cultura ed Eno-Gastronomia, è ovviamente ben accetto.
Grazie anticipate a chiunque darà il proprio contributo.

PS: Ovviamente, su ogni materiale fornito, verrà citato il legittimo autore dello stesso.
Massimo

domenica 13 luglio 2008

Piacenza che cambia - Via Roma

Frequentemente ho parlato dei cambiamenti urbanistici a cui la città è stata e sarà nei prossimi anni sottoposta; ma, mentre determinate aree hanno subito uno stravolgimento al loro assetto storico, ve ne sono altre che, nonostante siano rimaste urbanisticamente immutate hanno visto cancellare in poco più che un decennio tutte quelle peculiarità che le caratterizzavano;l'esempio più eclatante è sicuramente Via Roma. Via Roma è in assoluto una delle arterie principali del centro storico cittadino. Da essa si entrava in città per chi giungeva da Est. Al Suo interno, fino a pochi decenni fa, vi era un pullulare di osterie e di botteghe storiche che rendevano la via una strada ricca e vivace. Rivedendo certe immagini del passato, a stento si riesce a riconoscere la "vecchia" Via Roma con quella attuale a cui ci siamo desolatamente abituati ad aver a che fare... La situazione in cui riversa Via Roma è sotto gli occhi di tutti. Se fossi leggermente più giovane, difficilmente riuscirei ad immaginare che Via Roma un tempo fosse una delle strade più signorili della città, ricca di negozi tipici, ristoranti ed osterie dove, i nostri nonni, passavano le serate bevendo i nostri vini e mangiando i nostri piatti tipici. Negli ultimi 10-15 anni, molteplici fattori han fatto si che Via Roma subisse un inesorabile e progressivo degrado, causato dall'abbandono delle storiche attività commerciali sostituite da call-center o da fast-food di Kebab e, dalla "fuga" dei piacentini dalla storica Via, dove attualmente almeno il 90 dei residenti nella stessa è di nazionalità straniera. Sia chiaro, mi preme precisare che tantissimi degli stranieri che abitano in via Roma sono persone rispettabilissime, che lavorano e non infastidiscono nessuno. D'altro canto, sarebbe assolutamente da ipocriti far finta che il problema non esista, perchè, se è vero che tanti di essi sono persone civili, è altrettanto evidente come il tasso di delinquenza e degrado della zona in questione sia negli ultimi anni incrementato. La mia speranza è che ci possa essere un'inversione di tendenza; il che non vuol dire che spero che nella via non vi siano più stranieri ma, invece, che ritorni la residenzialità anche dei cittadini italiani con il conseguente ritorno anche delle nostre attività commerciali perchè, solo così se mai davvero ci potrà essere, ci sarà una vera integrazione fra le diverse etnie e si eviteranno la formazione di veri e propri ghetti, come purtroppo è attualmente Via Roma.


Via Roma nella prima metà del 1900



venerdì 4 luglio 2008

Piaseinsa at vöi bein!

Il 4 luglio si festeggia Sant'Antonino il patrono di Piacenza e, come omaggio alla mia amata città, posto alcune foto d'epoca che, oltre a celebrarne la bellezza, dovrebbero far riflettere su come la città sia cambiata e non sempre in meglio...






TAL DIG IN PIASINTEIN...

Me m'ricord tant cmé fiss astä ier, sum partì pr'al duver, al duver dal suldä. Ho lassä la mé bella Piaseinsa, quand ag peins ad parol a sum seinsa; ma me sum un ver piasintein, quand vo insëma a un dunnein, ag barbott pian pianein: At vöi bein! T'al digh in piasintein c't'ho seimpar vurì bein, dal dé ca t'ho incunträ me m'sum innamurä; e spera tant cmé me: t'vadrè ca gnarà un dé ca te par me t'sarè lünich dunnein, t'al digh in piasintein. Ad giuvnott ag na sarà un bell po', tütt vurran fäs ciamä Lilli, Pupu o Totò; ma al so num ad battesim l'é un ätar, l'é Nicola, Tummäs o un quälc ätar; ma me sum un ver piasintein, quando vo insëma a un dunnein, ag barbott pian pianein: At vöi bein! T'al digh in piasintein c't'ho seimpar vurì bein, dal dé ca t'ho incunträ me m'sum innamurä; e spera tant cmé me: t'vadrè ca gnarà un dé ca te par me t'sarè lünich dunnein, t'al digh in piasintein: At vöi bein!

Gianni Levoni


domenica 29 giugno 2008

Piacenza che cambia - l'area della "Cavallerizza"

Piacenza è urbanisticamente cambiata e, presumibilmente, continuerà nei prossimi ad essere sottoposta a profonde trasformazioni. Proprio a questo proposito prendo spunto per parlare di una vera e propria "rivoluzione" di una rilevante parte del centro storico, l'area interna della Caserma Cantore sullo stradone Farnese. Il progetto è ambizioso. Si tratta di un'imponente parcheggio interrato su tre piani da cui si ricaverebbero 720 parcheggi. Al posto dell'attuale parcheggio in superficie verrà costruita una nuova piazza giardino che dovrebbe fungere da nuovo punto d'incontro fra i cittadini e, di conseguenza, valorizzare un'area cittadina che merita di essere maggiormente conosciuta e fruita per il suo valore storico ed artistico. Voglio ricordare che oltre alla struttura della "Cavallerizza" verrà recuperato il complesso del monastero di Sant'Agostino in cui verrà trasferita la sede dell'Archivio di Stato di Piacenza, attualmente ospitato all'ultimo piano di Palazzo Farnese.
Negli edifici a margine di quest'area verranno insediate attività commerciali, uffici e residenze private. Ritengo il progetto ambizioso ed interessante, anche se su alcuni "particolari" avanzo alcuni dubbi, il maggiore di questi è dato dal presunto via libera alla demolizione di alcune casermette, ritenute di scarsa importanza dalla soprintendenza e su questo punto, ammetto che nutro parecchie perplessità in merito. Solitamente sono abbastanza conservatore per quanto riguarda la conservazione e la riqualificazione del centro storico anche se, in questo caso, si andrebbe ad agire su un'area comunque adibita a parcheggio e, se escludiamo i piccoli depositi che verranno demoliti, la città ricaverà da quest'intervento un parcheggio di maggiore capienza, una piazzetta e nuove attività commerciali. I giorni lavorativi previsti sono 800, a questo punto non ci resta che aspettare e soprattutto sperare che venga fatto un lavoro di altissimo livello che davvero possa riqualificare questo suggestivo spazio cittadino.

Veduta di parte del Convento di San'Agostino e del vecchio parcheggio


il progetto della nuova piazza


per ulteriori info www.comune.piacenza.it

lunedì 16 giugno 2008

Operazione turismo: Missione possibile?

Nessuno me lo toglie dalla testa: Piacenza è una bella città, molto più di quanto appare ai visitatori ed ai piacentini stessi. Sembra un paradosso ma sono convinto di questa mia affermazione.
Provo a motivare quanto appena dichiarato: La città storica, questa ovviamente è una mia opinione, è da anni abbandonata a se stessa e, le volte in cui al suo interno si è intervenuto, sono state portate avanti soluzioni urbanistiche quantomeno opinabili; su alcune di queste mi sono già espresso, quindi, eviterò per stavolta di ripetermi ed annoiarvi...
Piacenza è al di fuori dei circuiti turistici, è assolutamente sconosciuta alla massa ed, il turismo che gravita all'interno delle mura farnesiane è prettamente di passaggio. Infatti , il 99% dei potenziali turisti ignorano la nostra città come luogo di rilevante interesse culturale, sostandovi per rapidissime "toccate e fuga" per poi giungere e visitare più dettagliatamente le città a noi limitrofe.
Questo è un limite che la città ha sempre avuto: non siamo mai stati in grado di crescere e, per crescita, intendo un'acquisizione meno provinciale e conservativa. Qualcosa negli anni si è mosso, sono state attuate operazioni di marketing ma sempre in maniera estemporanea e poco convinta.
Realtà della nostra dimensione a livello di promozione e ricettività turistica sono rispetto a noi avanti anni luce!
Lo sostengo da sempre, la città è tenuta malissimo e le foto che ho pubblicato nei post precedenti lo attestano. Vengono a mio parere ignorate incurie macroscopiche e non si fa nulla per risolverle.
Il centro storico, ma si parla di molti anni fa, un tempo era ricco di vita e di locali; Ora, invece, è sempre più morto ed isolato dal resto della città. Tanti negozi storici e ristoranti tipici hanno chiuso i battenti; al loro posto, puntualmente, si sono insediate delle banche mentre, altri negozietti sono stati sostituiti da delle autorimesse. Insomma, la situazione è allarmante!
Sono oltre dieci anni che la città non organizza eventi culturali degni di definirsi tali. Infatti, per citarne due di una certa rilevanza, dobbiamo tornare con la menoria alla metà degli anni novanta dove furono allestite due importanti mostre su Giovanni Paolo Panini e sui pittori romantici francesi, entrambe ospitate nel prestigioso salone di Palazzo Gotico.
Piacenza ha tutte le carte in regola per diventare una meta turistica, dispone di tantissimi e pregevoli monumenti, ha una forte tradizione enogastronomica ed è circondata da una provincia meravigliosa. Le occasioni per un rilancio culturale ed economico non mancano. Expo 2015 è un'occasione unica ed irripetibile, l'acquisizione delle aree militari idem. Bisogna assolutamente invertire questa tendenza, la città e la provincia devono essere promozionate. In questa operazione tutti devono fare la loro parte, le istituzioni ed anche tutti i piacentini che hanno a cuore le sorti del proprio territorio. E' necessaria si la promozione, ma questa, va dopo supportata con delle strutture adeguate che accolgano il visitatore in una realtà organizzata che non lasci lo stesso nel disorientamento totale dove, anche trovare un semplice ristorante aperto alla domenica diventa un problema insormontabile.
Piacenza non dev'essere più una meta casuale e di passaggio perché, se efficacemente sfruttate, ha le potenzialità per offrire ai turisti: cultura, arte, storia e un'ottima e rinomata cucina.
Voi cosa ne pensate, la ritenete una missione impossibile? Io, finché la mentalità piacentina rimmarrà chiusa ed immobile, si. Al contrario qualche speranza ci sarebbe...

martedì 10 giugno 2008

Via Scalabrini - nuovo atto

In questi giorni, con mia grande soddisfazione, sono state rimosse le parigine e le cancellate che da mesi invadevano le centralissime Vie Scalabrini, Torta e Piazzetta San Paolo.
Dalla presunta riqualificazione di quest'area si sono alzate pesantissime critiche sia dai residenti e da chi, nei suddetti luoghi, intraprende un'attività commerciale e professionale. Di tutte le lamentele pervenute alla giunta, ben poche sono state prese in considerazione dalla stessa, troppo spesso impegnata nel "tirar dritto" per la propria strada.
Pochi giorni fa, inaspettatamente, le parigine e le cancellate sono state prontamente rimosse.
Il comune ha motivato queste eliminazioni per facilitare la fruizione dei bus che, in seguito ai diversi cantieri attualmente presenti nel centro, sono stati deviati in via Scalabrini.
Ammetto, che personalmente ed a quanto pare sono in buona compagnia, ritengo che, ad influire sulla rimozione del suddetto arredo urbano, abbia avuto una determinante valenza la denuncia al Comune da parte dei carabinieri per aver intrapreso i lavori nonostante la mancata autorizzazione da parte della soprintendenza. Inoltre, gli uomini dell'Arma, hanno comminato all'amministrazione una multa a causa dei dissuasori di velocità, giudicati troppo alti e quindi non a norma.
La mia speranza è che, la neonata commissione preposta all'arredo urbano "vigili" su certi interventi che, a mio parere, col termine "riqualificazione" hanno ben poco a che fare...


Via Scalabrini - "Ieri, ieri"...

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Via Scalabrini - "Ieri"...




Via Scalabrini - "Oggi"...